A sei mesi da Desenzano, l’Assemblea nazionale dell’associazione nazionale costruttori tecnologie per calzature, pelletteria e conceria incontra le aziende e la stampa presso la sede di Vigevano, il 5 dicembre 2016, per fare il punto delle attività e per presentare i tre temi strategici sui quali si focalizzerà il lavoro associativo.

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Lavorare per una filiera sempre più integrata elaborando strategie concrete che impattino su tutte le imprese del settore: la relazione semestrale del presidente Gabriella Marchioni Bocca ci restituisce l’immagine di una Assomac 4.0, che vuole governare e non subire la trasformazione del mercato. E che rivendica per il settore il ruolo di precursore dell’ultima rivoluzione industriale, dove automazione, internet e scambio di dati digitali si compenetrano creando nuovi modelli di produzione.

Per la ricerca, Assomac ha dato il via ad uno studio che analizza in profondità il sistema pelle-calzature a livello internazionale, per anticipare l’evoluzione del mercato nel medio e lungo termine e mappare alcune delle più interessanti zone produttive del pianeta: l’Asia, la fabbrica del mondo, le Americhe con due focus su Brasile e Usa, i Paesi dell’Est Europeo attualmente protagonisti di un marcato reshoring. Infine, il Sud Africa, ritenuto la prossima “terra di conquista” per il settore. «La prospettiva dell’analisi sarà quella dei nostri clienti – spiega Gabriella Marchioni Bocca e non più quella dei competitor».

L’Industria 4.0, rivoluzione innescata dall’ingresso del mondo digitale nella produzione, è un concetto che è già famigliare al settore, i cui macchinari hanno caratteristiche e tecnologie già abilitate ai nuovi modelli. La trasformazione in atto nel settore manifatturiero nei principali Paesi industriali è supportata da politiche di incentivo diretto ed indiretto che rappresentano una importante opportunità per il settore italiano. L’UE, ad esempio, investirà attorno ai 1.300 miliardi di euro per supportare la conversione industriale 4.0, di questi, 225 milioni saranno la cifra di spettanza all’Italia. L’impegno del Governo italiano è invece di 13 miliardi di euro: inseriti a fine ottobre nella legge di bilancio, incentiveranno gli investimenti grazie anche all’attivazione di strumenti come un Iperammortamento al 250% per i beni strumentali, detrazioni fiscali sulla ricerca e investimenti in start up e PMI innovative e l’aumento delle competenze (con la formazione di 200mila studenti universitari e 3000 manager, l’aumento dei dottorati di ricerca sulla tematica e l’avvio di un Competence Center a livello nazionale).

Assomac aveva già precorso i tempi dell’Industria 4.0 sia con il progetto SPRINTS, lo studio shoe print interoperability standard partito nel 2009, che ha permesso di armonizzare la comunicazione tra sistemi CAD e macchine di taglio, in seguito allargato a tutte le macchine coinvolte nel processo produttivo. Nel 2012 ha collaborato con i tedeschi di VDMA, PFI e ISC definendo il documento di analisi Shoe@Industry4.0 e Calzaturificio 2020 per il calzaturificio del futuro e avviato uno studio sullo standard per la forma, da utilizzare nelle fasi di montaggio della calzatura e come punto di partenza per successive automazioni e digitalizzazioni del processo produttivo. Assomac seguirà quindi gli sviluppi delle linee politiche in materia, attiverà collaborazioni con le Università e in particolare il Politecnico di Milano, parteciperà all’attivazione del cluster tecnologico nazionale sul Sistema Moda e favorirà la tracciabilità e sostenibilità dei prodotti lungo la filiera e catena produttiva. «Infine, se le aziende lo richiederanno, organizzeremo un workshop dedicato ai casi reali di industria 4.0 applicata a contesti simili al nostro».

Un’altra grande rivoluzione è quella della sostenibilità che sta indirizzando le aziende all’adesione a modelli e comportamenti green non solo sul piano del prodotto e del processo produttivo, ma anche lungo tutta la filiera. Tra adempimenti obbligatori (come quelli del Reach) e volontari (come Zero Discharge), Assomac ha voluto ancora una volta precorrere i tempi del legislatore e adottare uno standard sostenibile sia rispetto il ciclo di vita dei suoi prodotti, che all’impiego delle nuove tecnologie implementate dall’Industry 4.0. Dopo aver condotto un sondaggio per valutare la possibilità di costruire un protocollo di classificazione energetica, l’esperienza di ACIMIT nella classificazione delle prestazioni energetiche e ambientali dei macchinari tessili, ha quindi dato vita al Green Label. Le imprese del settore possono aderirvi su base volontaria, riportando i dati di consumo e sui componenti, e l’impronta di anidride carbonica. Il nuovo strumento, validato dal Rina, organismo internazionale di controllo, anticipa il ruolo del legislatore in materia fornendo uno strumento di marketing importante per le più consapevoli imprese del settore.

«Gestire e non subire il mercato è la nostra missione – così conclude l’assemblea Gabriella Marchioni Bocca fare sistema, con le altre associazioni ed entrando nei tavoli di filiera, per studiare un approccio ai mercati ed elaborare strategie che abbiano un impatto sullo sviluppo di tutte le imprese del settore. Insomma, passare dalla fase del dire a quella del fare: Assomac è pronta».