Sicure sì, ma anche confortevoli: i lavoratori che abbiamo contattato nella nostra inchiesta sulle calzature di sicurezza non si accontentano della protezione dai rischi del lavoro, esigono anche il confort ed il benessere. E per questi requisiti sono disposti a spendere anche oltre al budget aziendale.

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Francesca Arusa
Operatrice socio sanitaria reparto Chirurgia dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano

“Utilizziamo essenzialmente dei calzari di plastica, di marca Calzuro: ce li fornisce l’azienda ospedaliera o, in alternativa, li possiamo comperare direttamente via internet o presso negozi specializzati. L’unico requisito che ci viene richiesto è che siano certificati e a norma.
Le calzature devono essere di plastica necessariamente, per evitare il rischio biologico: non fanno passare sotto la loro membrana sangue o fluidi. E così si possono lavare più facilmente in lavatrice. Certo non sono il massimo del confort perché, anche se hanno una foratura sulla parte superiore, lasciano traspirare pochissimo il piede. Se potessi dare un consiglio ai produttori, chiederei l’inclusione almeno di una soletta, per aumentare confort e traspirazione del piede”.

 

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Cristina Terzi
Addetta al cablaggio presso Termotech di Vigevano

“Da qualche tempo, la nostra azienda ha iniziato a rifornirci di calzature antinfortunistiche Diadora: sono molto carine dal punto di vista estetico, sembrano delle normali sneaker, solo che montano tutti i dispositivi di sicurezza richiesti dalla nostra professione, tessuti tecnici rinforzati e puntale di metallo anti-urto e anti-schiacciamento. In passato, avevo difficoltà a reperire una calzatura di sicurezza del mio numero, il 35. Per fortuna, Diadora propone anche le misure più basse.
Quanto al confort, non posso dire che il puntale sia particolarmente comodo: si sente, e parecchio, quando si cammina. I primi tempi, quando la calzatura è nuova, a fine giornata la punta del piede è dolorante. Poi, quando ci si abitua, il dolore sparisce, ma resta una sensazione di fastidio  che forse si potrebbe eliminare inserendo una imbottitura tra la punta del piede ed il puntale.
Quanto alla durata della scarpa, nel mio caso la utilizzo anche per oltre un anno: quando si rovina oppure quando il sottopiede si assottiglia troppo, informo il datore di lavoro che dispone subito l’acquisto di un nuovo paio”.

 

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Luciano Pultrone
Montatore meccanico presso Officina Meccanica Sagitta di Vigevano

“Cosa desidero da una scarpa di sicurezza? Siccome è la scarpa che finisci per indossare di più nella tua vita, deve essere sicura, di qualità, ma anche confortevole, che garantisca benessere. La nostra azienda ci assegna un coupon per l’acquisto delle calzature di sicurezza, ma l’importo copre solamente la spesa del modello di base che, nonostante abbia tutti i dispositivi di sicurezza richiesti dalla normativa, tuttavia non è detto che sia di alta qualità e confortevole, che assicuri il benesse del piede, giunture e schiena. Ecco perché preferisco aggiungere qualcosa di mia tasca al budget aziendale pur di acquistare un modello superiore, come Diadora, oppure Lotto, che sto utilizzando in questi giorni: in genere ne prendo un paio per l’estate e l’altro per l’inverno, e mi durano un annetto circa. Anche in qualità di rappresentante della sicurezza dei lavoratori della mia azienda consiglio ai colleghi di investire qualche soldo in più per un modello superiore. Non tutti mi ascoltano: c’è chi si accontenta di quello basico garantito dal coupon aziendale, chi addirittura continua ad utilizzare le scarpe anche quando sono praticamente distrutte…
Rispetto a vent’anni fa, oggi per fortuna c’è un assortimento maggiore, ed è possibile trovare la scarpa con la qualità ed il confort desiderato. Certo c’è da spendere: per un buon paio di scarpe ci vogliono almeno 100 euro.
In officina, i dispositivi di protezione della calzatura di sicurezza sono il puntale – che è molto fastidioso, soprattutto quando la scarpa è nuova, e la suola antiscivolo e antiperforazione. Un accorgimento per aumentare il benessere che mi sento di consigliare, è di migliorarare la traspirabilità”.

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Gianpiero Nicoletti
Sovrintendente Capo della Polizia Locale del Comune di Milano

“Le calzature assegnate dal Comando sono molto comode: tenuto conto che le ho utilizzate anche fuori dal servizio, devo dire che sono davvero confortevoli. Montano tutti i dispositivi di protezione individuale richiesti dalla legge – sono antiscivolo, antitaglio, etc. – ma al tempo stesso tengono il piede isolato, comodo, caldo d’inverno e non lo fanno sudare d’estate… Devo essere sincero: non abbiamo mai ricevuto in dotazione scarpe migliori di queste. Il loro marchio è Soldini, il vincitore della gara d’appalto per la fornitura della Polizia Locale e credo anche dei tranvieri del Comune di Milano: a noi sono fornite in dotazione alla tuta operativa. Ci vengono anche fornite delle calzature civili da calzare in ufficio o con la divisa di rappresentanza, ma in questo caso, non si tratta di calzature antinfortunistiche”.

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Marco Campari
Imprenditore Azienda Agricola Campari di Cassolnovo

“Le calzature antinfortunistiche che utilizziamo in campagna devono proteggere il piede dallo schiacciamento e quindi avere un puntale di sicurezza, mentre quelle che impieghiamo in officina, hanno dispositivi antitaglio. Per quanto mi riguarda, in genere utilizzo scarpe Diadora e Cofra, mentre per i miei dipendenti lascio libera scelta e una disposibilità di spesa che va dai 60 agli 80 euro circa al paio. E’ importante che ci siano dei dispositivi per la sicurezza del nostro piede, ma è altrettanto importante che sia rispettato il confort ed il benessere del piede, visto che indossiamo queste scarpe per almeno dieci ore al giorno. I modelli base sono veri e propri spaccapiedi, e anche i modelli superiori spesso devono essere integrati con sottopiedi e plantarini per diventare più comodi”.

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Alessandro Magri
Addetto consegne FedEx di Milano

“Le calzature antifortunistiche fornite da FedEx sono di marchio G-Power e montano dispositivi come il puntale e la suola antiscivolamento. Non sono molto scomode, anche se a fine giornata si fanno sentire… ma in quanto a leggerezza e traspirabilità secondo me non c’è di meglio di Diadora. Purtroppo noi di FedEx non possiamo calzare una scarpa diversa da quella assegnata dal’azienda, a meno che non presentiamo un certificato medico che attesta che abbiamo particolari esigenze… Visto che purtroppo non posso presentare alcun certificato e che corro per la città tutto il giorno, un po’ di confort e leggerezza in più nelle mie scape non mi darebbe fastidio”.

Giovanni Abilone
Titolare di GA Impianti Elettrici di Vigevano

“Per forza nel mio lavoro sono obbligato a indossare calzature di sicurezza, con tutti i dispositivi di protezione personale per il lavoro di elettricista: puntale, suole ESD…. Nel tempo l’assortimento ed il numero di marche di calzature di sicurezza sono aumentate e quindi ho la possibilità di trovare la scarpa più adatta ai miei “piedi dolci”. La marca su cui faccio affidamento è Cofra: certo, è un po’ più costosa delle altre, ma le sue scarpe sono molto confortevoli, quasi di più delle mie sneaker! Di solito ogni anno ne compero due paia, una per l’inverno e una bassa, più fresca, per l’estate. E la spesa dell’acquisto la posso scaricare tra quelle dell’attrezzatura di lavoro.
Se si potesse, ne aumenterei il confort con delle solette o gel ammortizzanti, soprattutto sulla parte del tallone, che poi è la parte più sensibile del mio piede”.

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Sergio Piovan
Imprenditore edile, ditta F.lli Piovan di Garlasco

“Essenzialmente uso Diadora e Cofra come marche di calzature antinfortunistiche. Cofra è la mia preferita: ha scarpe molto confortevoli, ergonomiche, traspiranti e morbide durante la camminata, tanto che praticamente sembra di indossare un paio di sneaker. Ovviamente montano tutti i dispositivi di protezione richiesti per il settore edile: puntale, suola antiscivolo e lamina interna antiperforazione, etc… Come modello utilizzo sia la scarpa bassa in ufficio che il polacchino o lo stivale basso in cantiere, migliori per la protezione della caviglia.
Diadora invece non grantisce la stessa traspirabilità, forse per colpa della suola che è montante sul fianco della calzatura: un accorgimento che se da un lato evita che le scarpe di “sfianchino”, dall’altro però fa cuocere il piede.
Le mie scarpe durano anche due anni: ma è perché faccio avanti e indietro tra ufficio e cantiere. Stando tutto il giorno in cantiere, invece, si rovinerebbero più velocemente: la calce è un problema, ad esempio, basta una goccia per corrodere le cuciture”.