Acrib 4.0: è questo il tema dell’assemblea annuale dell’Associazione Calzaturifici della Riviera del Brenta, che si è svolta lo scorso luglio a Padova, presieduta dal presidente Siro Badon. Si parte da un dato incoraggiante che riguarda l’anno appena conclusosi: il distretto veneto ha mostrato un andamento positivo e opposto a quello del settore calzaturiero italiano.

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La produzione a livello nazionale, infatti, è diminuita del 2% in quantità e dello 0,9% in termini di export. Le aziende sono diminuite di 97 unità e gli occupati di 298 addetti. Nella Riviera del Brenta, al contrario, nel 2016 le aziende sono aumentate di 12 unità, per un totale di 532, gli occupati sono cresciuti di 357 addetti, le paia sfiorano ormai i 20 milioni, segnando una crescita del 2,1% rispetto all’anno precedente. E, non ultimo, il dato più interessante, quello relativo al fatturato, che per la prima volta ha superato i 2 miliardi di euro (+6,2 per cento sul 2015), vale a dire il 20,3% del fatturato del comparto nazionale.

Con questa fotografia che mostra lo stato di salute del comparto veneto, il presidente Badon ha affrontato il tema dell’assemblea, l’industria 4.0:

Quello che abbiamo di fronte – ha affermato con forza Badon – è una vera e propria rivoluzione industriale. Prima comprenderemo tutto questo e prima sapremo reagire e andare avanti. Fuori da qua esiste un mondo che ha capito il cambiamento e che sta correndo velocemente verso il futuro. Invece noi andiamo piano, a volte restiamo fermi.

Il presidente ha, in particolare, criticato l’eccessiva burocrazia italiana, che per giustificare se stessa sta soffocando il paese, ma anche il fisco, che nonostante la modesta recente riduzione è a tutt’oggi eccessivo e ingiustificato, nonché il sistema bancario, che fa pagare alla collettività i propri errori e sta asfissiando le imprese alle quali non eroga credito, fino alla piaga della disoccupazione giovanile che attanaglia il nostro paese.

Badon è poi entrato nel merito della realtà del settore calzaturiero del distretto, affermando che bisogna partire da un presupposto:

I nostri costi non sono assorbibili se non da prodotti ad elevato valore aggiunto.

Ma le cose stanno rapidamente cambiando: il consumatore oggi è abituato ad un livello di comfort che è proprio delle calzature sportive, e lo ricerca anche nella scarpa di qualità ed elegante.

La qualità non sarà più, e solo, appannaggio di calzature in pelle e cuoio. Ha ormai preso piede un modo di vivere e calzare (anche per i consumatori facoltosi) diverso dal passato. Le calzature con la suola in gomma non sono più un riferimento per i segmenti di mercato definibili economici. Anzi, anche nelle fasce più alte (fino al lusso), troviamo le sneakers.

L’era delle sneaker porterà delle conseguenze dirette anche in un distretto, come quello del Brenta, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo per calzature in pelle e cuoio di qualità. Il cambiamento può allora diventare un’opportunità, purché ci si organizzi, ha rimarcato Badon, per competere anche su questo segmento di mercato.

E’ necessario costruire una nuova filiera ed evitare che crescenti quantità di paia vengano dirottate in altre aree del Paese.

Il presidente ha sottolineato l’importanza della flessibilità, che ha sempre caratterizzato il distretto calzaturiero del Brenta, e il supporto ad una nuova giovane imprenditorialità, che vada ad affiancare o in certi casi sostituire quella attuale, con nuove figure professionali caratterizzate da competenze e skills diversi dagli attuali.

Acrib 4.0, ha concluso Badon, non può quindi non partire dal Politecnico calzaturiero, la grande eccellenza del distretto brentano e fucina di professionalità del futuro.